La temperatura media globale della superficie terrestre è aumentata significativamente dall’era preindustriale (1850-1900), con un incremento di circa 1 grado Celsius (2 gradi Fahrenheit). Questo apparentemente piccolo cambiamento rappresenta un enorme aumento del calore accumulato, con un impatto sui sistemi globali. Questo calore extra sta causando estremi di temperatura regionali e stagionali, riducendo la copertura nevosa e il ghiaccio marino, intensificando le piogge torrenziali e alterando gli habitat di piante e animali.
Le aree terrestri si stanno riscaldando più velocemente degli oceani e l’Artico sta vivendo il riscaldamento più rapido. Il tasso di riscaldamento negli ultimi decenni è significativamente più veloce rispetto alla media del XX secolo.
Il calcolo della temperatura media globale prevede la raccolta di misurazioni della temperatura da località in tutto il mondo e la loro conversione in anomalie di temperatura: la differenza tra la temperatura osservata e la media a lungo termine per quella località e data. Questi dati consentono agli scienziati di monitorare i cambiamenti nel bilancio energetico della Terra: l’equilibrio tra la luce solare assorbita e il calore irradiato.
Ogni mese del 2023 si è classificato tra i sette più caldi per il rispettivo mese, con giugno-dicembre ciascuno il più caldo mai registrato. Luglio, agosto e settembre hanno segnato la prima volta che un mese ha superato di 1,0°C (1,8°F) la media a lungo termine.
Il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato sia per le aree terrestri che oceaniche individualmente e combinate. È stato anche l’anno più caldo per entrambi gli emisferi settentrionale e meridionale, segnando il 40° anno più caldo per l’Antartide e il 4° più caldo per l’Artico.
La temperatura combinata di terra e oceano è aumentata a un tasso medio di 0,06°C (0,11°F) per decennio dal 1850. Tuttavia, il tasso di riscaldamento dal 1982 è più che triplicato a 0,20°C (0,36°F) per decennio. Il consenso scientifico, come affermato dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), attribuisce inequivocabilmente questa tendenza al riscaldamento alle attività umane, principalmente alle emissioni di gas serra.
Le attività umane, principalmente la combustione di combustibili fossili e la deforestazione, rilasciano circa 11 miliardi di tonnellate di carbonio nell’atmosfera ogni anno, superando la capacità dei processi naturali di rimuoverlo. Questo continuo aumento dei livelli di anidride carbonica atmosferica porta a un continuo aumento delle temperature globali.
Il futuro riscaldamento previsto dipende dalle future emissioni di gas serra. Se le emissioni continuano ad aumentare rapidamente, le temperature globali potrebbero aumentare di almeno 5 gradi Fahrenheit entro la fine del secolo, raggiungendo potenzialmente un aumento di 10,2 gradi. Anche con una crescita delle emissioni più lenta e cali significativi entro il 2050, si prevede che le temperature aumenteranno di almeno 2,4 gradi. Questi risultati sottolineano l’urgente necessità di un’azione globale per affrontare il cambiamento climatico e mitigarne gli impatti.